Come sempre non amiamo stare chiuse nel nostro mondo, ma ci guardiamo in giro, cercando cosa c’è di interessante intorno a noi.
Bandiera Lilla ci ha subito colpito: un progetto interessante per la “certificazione” dei comuni con una predisposizione all’accessibilità. E così abbiamo deciso di farcelo raccontare direttamente dal presidente Roberto Bazzano.
Ciao Roberto, grazie della disponibilità. Raccontaci come nasce l’idea di istituire la Bandiera Lilla per i comuni.
Nasce da un dialogo che ho avuto qualche anno fa con il padre di un ragazzo disabile.
Avendo vissuto in diversi Comuni per lavoro, quest’uomo ha verificato come ci fossero trattamenti ed attenzioni assolutamente diverse nei confronti delle persone disabili ed ha pensato fosse giusto dare un premio ai Comuni più virtuosi e attenti.
Abbiamo poi pensato di legare l’accessibilità al turismo per fornire anche uno stimolo diverso dal legittimo riconoscimento del diritto all’accessibilità, uno stimolo che potesse dare un nuovo impulso nel fare valere tale diritto.
Così è nata la Bandiera Lilla che oltre ad assegnare il riconoscimento ai Comuni dal 20 aprile renderà disponibili gratuitamente le informazioni di dettaglio sull’accessibilità dei comuni che hanno superato le valutazioni, fornendo quindi anche un servizio a tutte le persone che cercano un luogo accessibile in cui trascorrere le vacanze.
La prima edizione sperimentale si è svolta nel 2014/2015 in Liguria ed avendo avuto buon successo, da questa edizione è aperta a tutti i Comuni italiani.
Perché un comune dovrebbe aderire al progetto?
Per due motivi sinteticamente: sensibilità sociale e convenienza. Il primo perché attraverso la Bandiera Lilla il Comune fornisce informazioni di dettaglio sull’accessibilità a chiunque voglia visitare il territorio comunale, impegnandosi anche a migliorare tale accessibilità.
Il secondo perché la Bandiera Lilla è un forte stimolo allo sviluppo del turismo, un turismo consapevole, che contribuisce a far crescere le imprese locali legate al turismo e, di conseguenza, l’indotto.
Aderendo alla Bandiera Lilla, quindi, il Comune porta a compimento due dei suoi scopi istituzionali: quello sociale e quello legato allo sviluppo economico.
Inoltre, insieme alla Bandiera Lilla ottiene una serie di vantaggi quali la mappatura di accessibilità, informazioni su finanziamenti, buone pratiche, suggerimenti per migliorare l’esistente e formazione per i tecnici comunali.
E’ necessario fare interventi “importanti” per garantire l’accessibilità?
In alcuni casi sì: montascale e ascensori hanno costi elevati ad esempio. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di interventi a basso costo, interventi che avrebbero anche potuto essere evitati con una progettazione che tenesse davvero conto dell’accessibilità. Magari andando anche un poco oltre i limiti di legge, che mettono al riparo da multe, ma non sempre garantiscono la vera fruibilità di luoghi e edifici.
Per questo abbiamo previsto interventi di formazione gratuita per i tecnici comunali.
Ad esempio inserire percorsi podotattili Loges Vet Evolution durante i lavori di manutenzione o rifacimento di una passeggiata non fa lievitare i costi in modo significativo, così come prevedere cartelloni informativi in braille, con sovrastampato il testo per chi lo può normalmente leggere.
Ben diversi sono i costi in caso in cui si intervenga su lavori appena fatti e progettati secondo i criteri usuali. Per questo è fondamentale che si diffonda la cultura della progettazione accessibile presso la comunità dei progettisti e dell’accessibilità in generale nella mente di ogni persona.
Dire che ciò che è davvero accessibile lo è per tutti pare un’ovvietà, ma lo è solo per chi si interessa davvero di questi argomenti: c’è ancora tanto lavoro da fare.
Per spiegare meglio quanto sia importante diffondere la conoscenza di questi argomenti porto sempre l’esempio della raccolta differenziata: i cassonetti per i diversi materiali sono indispensabili, ma se le persone non sanno come e cosa fare, da soli sono quasi inutili.
Lo stesso vale per l’accessibilità: l’abbattimento delle barriere è importante, ma è la cultura dell’accessibilità che ci permette di evitare errori e far rendere al meglio tale abbattimento per renderlo veramente fruibile.
Per questo seguiamo e diffondiamo iniziative serie e valide come il vostro blog, fatto da esperti ed in grado di far comprendere e diffondere conoscenze.
Qual’è la situazione dei Comuni italiani in merito alla fruibilità degli spazi urbani? Di che cosa c’è bisogno secondo voi e che cosa avete notato nei vostri sopralluoghi?
Per prima cosa voglio chiarire che noi non cerchiamo “i Comuni perfetti”, ma quelli che, compatibilmente con la loro struttura e caratteristiche hanno lavorato e stanno lavorando seriamente per rendere accessibile quello che può diventarlo.
Tanto per capirci, non pretendiamo che venga messo un ascensore sul fianco alla Torre di Pisa per renderla più accessibile!
Detto questo, la situazione che abbiamo trovato è la più varia possibile!
Sia perché le diverse caratteristiche geo-morfologiche dei comuni richiedono interventi diversi e in molti casi non standardizzabili, sia perché la diversa sensibilità o interpretazione delle leggi ha creato realtà molto variegate.
Abbiamo trovato Comuni con centri storici molto antichi eppure altamente accessibili, così come comuni moderni, ma che presentano difficoltà oggettive di mobilità.
In generale, però, il livello dei Comuni in cui abbiamo svolto i sopralluoghi, ovvero quelli che hanno passato la prima fase della nostra valutazione, si è rivelato buono, con iniziative e idee che a volte hanno sorpreso anche noi.
Una delle cose che rileviamo più frequentemente sono gli errori di progettazione o di posa. Ad esempio marciapiedi perfettamente dotati di rampe, ma con una pessima raccordatura alla pavimentazione, per cui lo scalino che si crea alla fine dello scivolo non è poi molto più basso di quello che c’era in origine…. In questo caso fare una rampa ha semplicemente significato adempiere ad un obbligo di legge, non migliorare davvero l’accessibilità.
Questo conferma quanto ho detto poco fa, ovvero di come ci sia bisogno di diffondere la cultura dell’accessibilità e della progettazione accessibile.
Anche se le persone con disabilità sono meno del 10% della popolazione, molti dei non disabili avranno occasione nella loro vita di spingere un passeggino, alcuni di “stampellare” e, dal momento che l’età media si allunga costantemente, la maggior parte diventerà anziana, con i problemi di mobilità, vista o udito che si accompagnano al felice raggiungimento della terza età.
Allora molti sperimenteranno di persona cosa significa “barriere architettoniche e sensoriali”, così come fanno già i disabili, gli anziani e le mamme con passeggino che si muovono oggi.
Abbiamo, però, la possibilità di evitare tutto ciò, lavorando oggi perché la vita di tutti noi sia più facile già da domani, anzi, da stasera!
Quanti comuni hanno aderito al progetto?
Siamo ancora in piena fase di valutazione, ma crediamo che per questa edizione avremo complessivamente più di 40 comuni, che per noi rappresentano un ottimo risultato.
Inoltre diamo ad Architutti una anteprima: le adesioni non si chiuderanno con la consegna delle prime Bandiere Lilla che si terrà il 20 Aprile a Bologna in occasione di EXPOSANITA’. Infatti, su richiesta di diversi comuni che, per motivi burocratici non riescono a svolgere le pratiche in tempo per tale data, terremo le adesioni aperte per tutto il 2018.
Questo perché, essendo il riconoscimento biennale, sarebbe ingiusto fare aspettare altri due anni quei comuni che hanno solo qualche mese di ritardo.
Che cosa vi aspettate che cambi, materialmente e nella mentalità, nei comuni che hanno aderito al progetto dopo la consegna della Bandiera Lilla il 20 aprile?
I primi comuni ad aderire avevano già da tempo una sensibilità verso l’argomento, per cui abbiamo trovato terreno fertile e la Bandiera Lilla è servita da “catalizzatore” per concretizzare alcune cose.
Infatti molti dei Comuni aderenti hanno già avviato il processo di miglioramento, non solo da un punto di vista pratico, ma anche relazionale e progettuale: alcuni hanno usato la Bandiera Lilla come stimolo per progettare o attuare il PEBA, altri hanno creato una Consulta Comunale per la Disabilità, altri stanno attuando metodi e iniziative per coinvolgere le associazioni di categoria degli imprenditori del turismo.
Quello che vogliamo fare è diffondere questo modello anche presso quei Comuni che non hanno ottenuto la Bandiera affinché la pratica e la cultura dell’accessibilità crescano in modo più omogeneo e sempre più Amministrazioni ne comprendano l’importanza e si attivino per migliorare.
A questo proposito trovo molto calzante una frase di Lao Tzu “un viaggio di mille miglia comincia con un passo”. Quello a cui miriamo noi è aiutare i Comuni a migliorare con piccoli, ma costanti, passi. Anche dopo aver ottenuto la Bandiera Lilla che non è solo un punto di arrivo, ma soprattutto un punto di partenza.
La Bandiera Lilla è adatta a tutti i comuni o è preferibile per agglomerati più piccoli?
La Bandiera Lilla si rivolge ai Comuni di ogni dimensione, ma è un dato di fatto che in questa prima edizione si sia rivelata una maggiore attenzione verso il riconoscimento da parte dei comuni medio/piccoli. Infatti ad oggi non c’è ancora un Comune Lilla al di sopra dei 50.000 abitanti.
Pensiamo che, tra gli altri motivi, ciò sia dovuto anche al fatto che i piccoli e medi Comuni vedono nella Bandiera Lilla una capacità di promuovere il turismo accessibile in maniera forte e capillare presso una platea che da soli non possono raggiungere.
Siamo convinti che le cose si stiano svolgendo in maniera molto naturale, partendo dai comuni medio piccoli, i cosiddetti Borghi, per poi giungere in pochi anni anche alle grandi città d’arte.
Questa idea di “progressione naturale” ci piace molto: siamo una struttura che vuole fornire a comuni e persone disabili un servizio di elevata qualità e il fatto di iniziare con territori più circoscritti, ci ha permesso in questa prima edizione nazionale di lavorare serenamente, mantenendo elevato il livello di servizio reso e costruendo nel contempo solidi rapporti: i comuni, le associazioni, le amministrazioni sono fatti di persone ed ogni persona ha una storia e dei valori, sempre interessanti e meravigliosi.
Visto il periodo, in chiusura mi permetto di ricordare che chiunque pensi che stiamo facendo una cosa giusta e meritoria, può sostenerci donandoci il 5×1000 delle proprie tasse.
Basta chiedere al commercialista o al CAF di inserire il nostro codice fiscale 01725770091 nella apposita casella della dichiarazione dei redditi.
Ciò ci consentirà di abbreviare i tempi di alcuni progetti che stiamo portando avanti, tra cui la mappatura dei percorsi più accessibili nei comuni Bandiera Lilla, che vorremmo poter rendere disponibile su smartphone già dal 2019. Un augurio ai lettori per un mondo più Lilla e grazie ad Architutti per l’ospitalità!
Grazie a te Roberto.